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FASHION DETOX - LA SFILATA CHE RISPETTA L'AMBIENTE

Nel mondo della moda esistono molteplici processi di lavorazione dietro a un capo d’abbigliamento, che dalla materia prima arriva confezionato nelle mani del cliente. Ma cosa c’ĆØ dietro a tutto questo?

Una realtĆ  di cui i consumatori non sono a conoscenza ĆØ l’ampio uso di sostanze chimiche pericolose nel settore tessile. Il loro uso comporta una massiccia contaminazione dei corsi d’acqua, infatti le sostanze nocive, dopo essere state usate, vengono scaricate direttamente nelle acque, che fungono da vere e proprie discariche.

Cos'ĆØ il FASHION DETOX?




Nel 2011 Greenpeace ha rilasciato un report “Dirty Laundry”, nel quale tratta l’inquinamento delle acque dovuto allo scarico di sostanze tossiche da parte delle industrie tessili. Nel luglio dello stesso anno, ha lanciato la campagna “Detox” con l’obiettivo di ridurre scarichi ed inquinamenti entro il 2020, informando consumatori e produttori dei rischi che si potrebbero correre, in modo da avere la possibilitĆ  di condividere degli standard industriali piĆ¹ puliti. In seguito a questa campagna, ĆØ stato lanciato un appello alle case di moda e alle aziende sfidandole non solo a ridurre l’utilizzo di queste sostanze, ma anche a sostituirle con altre non dannose per l’ambiente, invitando ad essere piĆ¹ trasparenti con gli acquirenti sul ciclo di lavorazione dei materiali. Nel 2013 ĆØ stata rilasciata la prima edizione della “The Detox Catwalk” suddivisa in tre categorie:

  • Detox Leaders (tramutata in Avant-Garde nell'edizione del 2016) ovvero marchi della moda che si sono impegnati a garantire ai propri consumatori dei vestiti liberi da sostanze tossiche in tempi accettabili e la realizzazione di azioni concrete. In questa categoria rientrano tutte le compagnie che seguono almeno due dei criteri sotto elencati.
  • Greenwashers (Faux Pas dal 2016) i marchi che non sono passati dalle parole ai fatti e non si assumono la responsabilitĆ  dei propri "peccati tossici". In questa categoria rientrano tutte le aziende che hanno fallito su almeno due criteri.
  • Detox Losers, detti anche Toxic Addicts, che raggruppano i marchi dipendenti dalle sostanze tossiche che non si sono assunti alcuna responsabilitĆ  per il proprio impatto ambientale sulle risorse idriche del pianeta o che devono ancora prendere un impegno Detox che sia davvero credibile.

I criteri sui quali si basa questa classificazione sono tre:

  1. Piano Detox 2020 - un sistema proattivo e precauzionale per eliminare sostanze chimiche pericolose
  2. Eliminazione del PFC (ovvero dei perfluorurati e dei loro derivati) - prevede la sostituzione del PFC con sostanze alternative non inquinanti e sicure
  3. Trasparenza - divulgazione delle informazioni sui fornitori e sulle sostanze chimiche pericolose che scaricano.


Quali marche e aziende hanno preso parte al FASHION DETOX?


Di seguito potete trovare tutti i marchi e le aziende categorizzate e classificate in base alla loro aderenza alla campagna.

Avant-Garde

Coloro che hanno aderito e rispettano almeno due dei tre criteri.
  • INDITEX (di cui fanno parte Zara, Zara Home, Pull&Bear, Bershka, Stradivarius)
  • BENETTON
  • H&M

Evolution Mode

Categoria presente a partire dal 2016, ne fanno parte tutte le compagnie che si sono prese l'impegno di partecipare alla campagna ma che devono accelerare il raggiungimento dei loro obiettivi per portarli a termine entro il 2020.
  • C&A
  • FAST RETAILING GROUP
  • G-STAR RAW
  • MANGO
  • MIROGLIO GROUP
  • VALENTINO
  • ADIDAS
  • BURBERRY
  • LEVI'S
  • PRIMARK
  • PUMA
  • M&S

Faux Pas

Coloro che originariamente avevano deciso di partecipare alla campagna ma si stanno muovendo nella direzione sbagliata e fallendo gli obiettivi posti, rimangono quindi marchi responsabili dell'inquinamento.
  • ESPIRIT
  • L BRANDS (tra cui Victoria's Secret)
  • LI-NING
  • NIKE

Toxic Addicts

Coloro che sono ancora fattori dell'inquinamento e non hanno ancora aderito alla campagna.
  • ARMANI
  • BESTSELLER GROUP (di cui Vero Moda, Only, Jack&Jones)
  • DIESEL
  • D&G
  • GAP
  • HERMES
  • LVMH GROUP/CHRISTIAN DIOR COTURE (a cui sono legati Dior, Louis Vuitton, Fendi, CĆ©line, Donna Karan, Emilio Pucci, Givenchy, Kenzo, Marc Jacobs, Bulgari)
  • METERSBONWE
  • PVH (di cui fanno parte anche Calvin Klein, Tommy Hilfiger, Van Heusen, Speedo)
  • VANCL
  • VERSACE


Quali sono le sostanze inquinanti? Che effetti hanno? Come evitarle?


I test eseguiti in laboratorio su campioni di acqua di scarico hanno rilevato livelli di alchilfenoli (incluso il nonilfenolo) e composti perfluorurati. Gli alchilfenoli e i composti perfluorurati sono sostanze pericolose perchĆ© alterano il sistema ormonale dell’uomo e agiscono anche a concentrazioni molto basse. Per evitarli bisogna informarsi se i propri vestiti provengono da industrie che usano sostanze nocive.


Anche noi possiamo aiutare e rispettare l’ambiente scegliendo con accuratezza i capi che compriamo e che indossiamo perchĆ© si puĆ² avere stile ed essere alla moda anche senza condannare i corsi d’acqua all’inquinamento. Detto questo informatevi e siate curiosi di approfondire questo argomento sul sito della Detox (http://www.greenpeace.org/international/en/campaigns/detox/fashion/detox-catwalk/) che ĆØ la principale fonte di informazione di questo articolo.

Tutte le immagini sono proprietĆ  di Greenpeace.
L'autore di questo articolo non detiene alcun diritto sulle immagini pubblicate, esse hanno l'esclusiva funzione d'accompagnamento all'articolo.







Arina

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